venerdì 27 gennaio 2012

IPPODROMO DI AGNANO, PARTE LA MOBILITA': CONCRETO IL RISCHIO CHIUSURA. I SINDACATI CHIEDONO L'INTERVEN​TO DELLE ISTITUZION​I

UILCOM CAMPANIA
Comunicato stampa

IPPODROMO DI AGNANO, PARTE LA MOBILITA': CONCRETO IL RISCHIO CHIUSURA.
TAGLIALATELA, UILCOM-UIL. “MANAGEMENT HA GRAVI COLPE, DURO COLPO PER NAPOLI E PER L’ECONOMIA DEL TERRITORIO: CHIEDIAMO CHE LE ISTITUZIONI INTERVENGANO IN FRETTA”
Dopo settantasette anni di gare di trotto e galoppo, tristemente si avvia alla chiusura un pezzo di storia dell'Ippica italiana e napoletana. L'Ippodromo di Agnano, struttura storica dell’Ippica napoletana e campana inaugurata nel1935, ha avviato infatti la procedura di mobilita per 45 dei 77 dipendenti della società e per 37 dei 49 lavoratori del totalizzatore, il centro di raccolta delle scommesse gestito dalla controllata Agnano Service, anch'essa in queste ore interessata dallo stop alle corse e dalla conseguente interruzione delle giocate da parte degli scommettitori.
A darne notizia è la Uil Comunicazione regionale che, con una nota del segretario generale Massimo Taglialatela, interviene sulla vicenda: "Sta per morire definitivamente un altro pezzo di storia di Napoli - afferma il sindacalista - e questo nel silenzio totale delle istituzioni e tra l'indifferenza di tutti. Ci opporremo in tutti i modi a questa decisione presa dalla Direzione e dalla proprietà dell'Ippodromo perché non possiamo restare inermi dinanzi all'agonia di un'altra storica area di lavoro e di eccellenza nello sport e nel settore turistico ricettivo e del tempo libero che rischia di scomparire dalla nostra città".
Il riferimento del sindacalista è ovviamente alla vicenda di Edenlandia e del Giardino Zoologico di Napoli, di cui in questi mesi si sta provando a scongiurare la definitiva messa all'asta dei beni con il conseguente licenziamento dei lavoratori nell'ambito della procedura fallimentare attualmente in corso.
Ieri pomeriggio le OO.SS. e le Rsu hanno incontrato i lavoratori delle due società dell'Ippodromo, la Ippodromo di Agnano SpA e la Agnano Service Srl, per informarli sull'esito negativo dell'incontro con i vertici aziendali che in settimana hanno comunicato ai sindacati la decisione di avviare le procedure di mobilità. Intanto le Organizzazioni dei lavoratori sono già al lavoro per impegnare le istituzioni sulla vicenda al fine di impedire in extremis la messa in mobilità del personale.
Taglialatela, però, non risparmia accuse nei confronti della direzione di Ippodromo di Agnano che , a suo dire, non avrebbe fatto tutto quanto in suo potere per evitare la mobilità: "Nel corso di tutto il 2011 - spiega l'esponente sindacale - più volte abbiamo esortato l'amministratore a voler studiare un piano di investimenti alternativo per differenziare le attività, sfruttando un sito che ha caratteristiche ambientali e di spazio inesistenti in tutto il resto della città di Napoli, al fine di rilanciare l'impianto, finora a vocazione prettamente sportiva, come polo di attrazione del gioco lecito e come centro per attività legate al turismo ed all'intrattenimento. Se oggi siamo a questo triste e drammatico epilogo - prosegue Taglialatela - è perche il management e la proprietà non hanno voluto cogliere questa opportunità e sono rimaste ancorate alle corse di trotto e galoppo, sapendo benissimo che entro il 2012 il settore sarebbe entrato definitivamente in crisi. Resteremo al fianco dei lavoratori e lavoreremo in queste ore nel tentativo di far ritirare la decisione, per ricercare insieme alla società strade alternative anche con l'apertura di un tavolo di crisi alla Regione Campania con il supporto fattivo di Comune e Provincia per scongiurare la fine dell'Ippodromo di Agnano, che rappresenterebbe un duro colpo per l’economia del territorio".
Intanto, indiscrezioni raccolte tra gli addetti ai lavori parlano di una ripresa parziale delle corse di trotto e galoppo in tutta Italia dalla prossima settimana. Se così fosse le corse ripartirebbero in un impianto da settimane abbandonato a se stesso e senza manutenzione, con tutti i pericoli per lavoratori e animali che ciò potrebbe comportare. “Anche alla luce di questa probabilità - conclude Taglialatela – chiediamo alla proprietà dell’Ippodromo di ritirare il provvedimento e consentire ai lavoratori una messa in sicurezza immediata della struttura, per permettere il regolare svolgimento delle manifestazioni sportive laddove fossero confermate le giornate di corsa e, nel contempo, chiediamo con forza che riparta da subito il dialogo sulla soluzione della vertenza con il coinvolgimento di tutte le parti sociali e le amministrazioni competenti”.

L'Ufficio stampa
Massimo Taglialatela, segretario generale Uilcom:
l'esponente sindacale si sta impegnando da mesi in un braccio di ferro
 con la direzione dell'Ippodromo di Agnano per scongiurare
la chiusura dello storico impianto napoletano, simbolo dell'Ippica nell'intera regione

Potrebbe scomparire "dall'ombra del Vesuvio" la storica tradizione delle corse
di trotto e galoppo praticate nello storico impianto napoletano dell'Ippodromo di Agnano inaugurato nel 1935




RIFORMA DEGLI ORDINI PROFESSIONALI: UNO STUDIO DELLA UIL METTE IN GUARDIA L’ORDINE DEI GIORNALISTI SUGLI EFFETTI DEVASTANTI CHE LA CANCELLAZIONE DEI PUBBLICISTI DALL’ALBO AVREBBE SUL LAVORO IN ITALIA

Uil e Uilcom
Comunicato stampa
RIFORMA DEGLI ORDINI PROFESSIONALI: UNO STUDIO DELLA UIL METTE IN GUARDIA L’ORDINE DEI GIORNALISTI SUGLI EFFETTI DEVASTANTI CHE LA CANCELLAZIONE DEI PUBBLICISTI DALL’ALBO AVREBBE SUL LAVORO IN ITALIA
Si allarga il dibattito sulla riforma degli ordini professionali e, proprio mentre a Roma è riunito oggi il consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, la Uil rende noto uno studio fatto dal proprio Dipartimento Comunicazione insieme alla categoria della Uilcom, che fa emergere un preoccupante quadro di perdita di posti di lavoro non solo nella categoria ma anche nell’indotto in tutta Italia nell’ipotesi, paventata da più parti, di una cancellazione dall’albo dei Giornalisti dell’elenco dei pubblicisti.
“La categoria professionale dei giornalisti – ricorda Anna Rea, segretario nazionale Uil – è regolamentata da una legge, la numero 69 del 1963, emendata di recente dal dlgs del 26 marzo del 2010, che prevede la distinzione tra giornalisti in due elenchi all’interno dello stesso Albo nazionale, quello dei professionisti e quello dei pubblicisti. E' evidente – prosegue l’esponente sindacale - che la distinzione non è fondata su criteri di valore professionale, bensì su tipologia di rapporto di lavoro e che al secondo elenco appartengono di elezione proprio quelle figure ‘flessibili’ che l'Europa e lo scenario globalizzato sempre più pressantemente richiede di istituire. Il decreto del dicembre 2011, va detto per onestà intellettuale, non impone alcuna esclusione da questo o quell'albo, ma chiede un'autoregolamentazione ai singoli Ordini, rispetto all'accesso alla professione per renderlo il meno protezionistico possibile escludendo, per tanto, opzioni di numero chiuso. La UIL si augura che le decisioni che si prenderanno per la riforma degli ordini professionali  non vadano a penalizzare,  ad escludere o a “cancellare”  nessun lavoratore, come in questo caso i pubblicisti,  solo perché anello “più debole”, anche  perché si andrebbe contro la stessa concezione di liberalizzazione che significa aprire e non chiudere nuove opportunità lavorative”.
Questa, in sintesi, la posizione ufficiale della Uil che, però, non si limita a dichiararsi contraria alla cancellazione di una fetta di gran lunga maggioritaria di lavoratori definiti appunto pubblicisti dall’Odg (circa 80 mila su un totale di 120 mila), ma fornisce anche dati eloquenti rispetto all’impatto che una decisione simile avrebbe sul mondo del lavoro.
“Nel panorama editoriale esistono circa 25.000 testate giornalistiche dirette da pubblicisti, in esse sono impiegati circa 55.000 collaboratori, anch'essi pubblicisti. La soppressione dell'elenco che li associa all'Ordine dei Giornalisti, provocherebbe, di fatto, almeno 55.000 interruzioni di rapporto di collaborazione”. A citare questi numeri è Massimo Taglialatela, segretario generale della Uilcom Campania la categoria che sovrintende, tra le altre, al rapporto con le aziende aderenti alla FIEG, la federazione italiane degli editori di giornali ed alla rappresentanza delle innumerevoli aziende del settore cartaio e cartotecnico che, con il loro lavoro poligrafico e grafico editoriale affiancano le imprese giornalistiche nella diffusione della comunicazione mediatica non solo nella carta stampata ma anche online in tutto il Paese. “Se consideriamo che nella stampa cartacea ad ogni pubblicista corrispondono circa 0.25 lavoratori di indotto (tipografici, logistica ect.) e che ad ogni testata on-line si calcola corrispondano circa 0.01 lavoratori dell’indotto – spiega Taglialatela citando i dati della ricerca - il calcolo della ricaduta porta alla seguente stima: 30.000 lavoratori on line ai quali vanno sommati quelli delle emittenze radio e tv che, moltiplicati per 0,01 e sommati ancora ai 25.000 dipendenti del settore cartaceo moltiplicato per 0.25 fanno un totale di 6.550 lavoratori i quali, naturalmente, vanno a sommarsi agli 80.000 pubblicisti, per raggiungere la cifra esorbitante di 86.550 unità lavorative”.
Occorre rilevare – prosegue lo studio Uil - che le testate vivono di pubblicità, mentre quelle che gravano sulla collettività, di norma, sono escluse dagli effetti del provvedimento legislativo il che è la beffa che si aggiunge al danno. Ebbene, il costo di un numero settimanale di un periodico cartaceo è pari a circa 4.000 euro, mentre per un on-line si calcola sia circa 250 euro. Un po' di conti porta a 25.000 cartacei moltiplicato 4.000 euro è uguale a 100 milioni di euro  per settimana. Mentre 30.000 on line sommati a radio e tv moliplicato 250 euro corrisponde a 7,5 milioni di euro per settimana. Gli effetti di rimodulazione dei costi in un periodo annuale porta ad una riduzione del 66% del valore che però assume un peso rilevantissimo: (100 + 7,5) * 52 * 0.33 = circa 1,8 miliardi di euro/anno di volume.
“Si tratta – concludono gli esponenti Uil e Uilcom - di un valore economico non certo trascurabile e, per di più, legato ad un settore a cui compete anche la valorizzazione dell'immagine culturale, morale e imprenditoriale del Paese, attraverso l'informazione”.
La rilevazione, formulata in collaborazione con gli uffici stampa nazionali e regionali della Uil e della Uilcom, è espressa in un documento che è stato approvato lunedì scorso dall’esecutivo nazionale del Sindacato e che nei prossimi giorni sarà oggetto di dibattito e confronto con la FNSI e con l’Ordine nazionale dei Giornalisti, nonché con il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociale Elsa Fornero.


Ufficio stampa Uil e Uilcom

SINDACATO, IPPICA. TAGLIALATELA, UILCOM: "FORTEMENTE PREOCCUPATI PER LE PESANTI RICADUTE CHE LA CRISI DEL SETTORE AVRA’ SULL’IPPODROMO DI AGNANO IN ASSENZA DI UN PIANO DI RILANCIO CONCRETO DA PARTE DELLA SOCIETA' "

Uilcom Campania
Comunicato Stampa
SINDACATO, IPPICA. TAGLIALATELA, UILCOM:  "FORTEMENTE PREOCCUPATI PER LE PESANTI RICADUTE CHE LA CRISI DEL SETTORE AVRA’ SULL’IPPODROMO DI AGNANO IN ASSENZA DI UN PIANO DI RILANCIO CONCRETO DA PARTE DELLA SOCIETA' "

Ancora crisi, ancora cassa integrazione, ancora scenari negativi. Slc-Cgil, Uilcom-Uil e Fisascat-Cisl hanno incontrato nei giorni scorsi i vertici di Ippodromo di Agnano Spa e Agnano Service per analizzare congiuntamente gli effetti della crisi che ha colpito per tutto il 2011 il settore dell’Ippica in Italia e che persisterà - stando alle previsioni fatte dagli addetti ai lavori - per tutto il 2012. E lo scenario che ne è venuto fuori è stato come previsto catastrofico. Le due società che gestiscono le attività del plesso sportivo di Agnano, infatti, hanno annunciato ai sindacati la volontà di far ricorso nuovamente alla Cassa integrazione per i primi mesi del 2012 e, per quel che attiene invece ai soli dipendenti di Agnano service che si occupa della raccolta delle scommesse del totalizzatore, addirittura l’intenzione sarebbe quella della messa in mobilità di oltre il 50 % dell’attuale forza lavoro.
I sindacati, ovviamente, non ci stanno e partono al contrattacco. “Siamo fortemente preoccupati – afferma Massimo Taglialatela, segretario generale della Uilcom-Uil – per il futuro dei lavoratori e dell’attività del sito di Agnano in quanto già nel 2011 si era parlato con la Direzione dell’Ippodromo di sacrifici da fare a fronte della contropartita di un rilancio complessivo del sito di Agnano attraverso un piano industriale che prevedesse la diversificazione delle attività, con un investimento ingente su nuove forme di business da sviluppare all’interno dell’impianto attraverso la ristorazione, il gioco lecito ed altre attività da definire. Nulla di tutto ciò – chiarisce l’esponente sindacale – è però stato fatto e l’unica risposta che oggi si preferisce dare ai lavoratori ed ai loro rappresentanti è quella dell’ennesimo ricorso alla Cassa integrazione, strumento che non fa altro che spostare in avanti di qualche mese la data fatidica della probabile chiusura che, in assenza di un concreto piano di sviluppo da parte della società Ippodromo di Agnano Spa, sarà a questo punto inevitabile”.
Nel mentre, si deve fare i conti con la realtà di un settore che è in crisi non solo per un forte calo delle scommesse da parte degli scommettitori che preferiscono sempre più alle corse dei cavalli altri tipi di giocate, ma anche per gli effetti dei tagli ai fondi stanziati annualmente dall’ex Unire oggi Assi. “Se non si interverrà con qualche idea innovativa che porti nuova linfa nelle casse dell’Ippodromo e che sia realmente in grado di rilanciare tutto il ‘core business’ che gravita attorno all’Ippica – conclude Taglialatela a nome del sindacato unitario di settore – si rischierà concretamente di far scomparire da Napoli l’ennesima attività storica, con la conseguente drammatica perdita di centinaia di posti di lavoro e l’abbandono, chissà per quanti anni, del plesso di Agnano attualmente di proprietà del Comune di Napoli, che com’è prassi da queste parti resterebbe per decenni in disuso come è accaduto per un altro impianto storico della zona Flegrea, lo Sferisterio, che fu completamente distrutto da un incendio doloso alla vigilia della notte di San Silvestro del 1987 e che oggi, a distanza di quasi 25 anni da qualla tragica data, è ancora lì abbandonato a se stesso”.